martedì 2 dicembre 2014

Francesco - Tu chiedimi se si può perdonare (un'introduzione alla giustizia)

Questa è  la storia di un uomo come tanti che sta dormendo con la sua famiglia in un angolo della sua stamberga.
Dorme sino all'arrivo degli spettri sinistri  travestiti da militari indonesiani.
L'uomo viene spinto via, di colpo tolto dall'unico mondo possibile e conosciuto, forse per la pelle, forse per la lingua, forse perché' uomo e forse per altre mille cose che sarebbero comunque e magicamente apparse nella sua cedola di identificazione.
L'uomo come tanti viene accompagnato a un elicottero che si sta lentamente zavorrando di tanti altri cerchi rossi sulla lista dei militari.
L'elicottero decolla in direzione mare. Forse lontano da Baucau, da Dili, da Timor, forse a Jakarta, forse altri posti. 
Giunti al punto geografico da dove si può' ammirare dall'alto una profondissima distesa di infinito mare, inizia la discesa. 

Non quella dell'elicottero. 

Quella delle persone gettate in mare.

Come dei tanti Icaro, bombe o cubi di grandine, i cerchi rossi trovano un duro impatto con l'oceano, vanno sotto e riemergono a galla, iniziando lentamente a gonfiarsi e assumere pose innaturali. 

L'uomo che fino a qualche ora prima cercava il sogno ristoratore al fianco di una moglie e tanti figli è  lì, immerso fino al collo in un mare di morti, miracolosamente in vita. 
Dall'alto, la missione viene dichiarata compiuta, la lista è stata interamente cancellata, gli spettri possono fare ritorno alle loro vite ordinarie. 

Non si sono accorti che c'è  un uomo, un numero, che si sta aggrappando ai cadaveri per rimanere in vita. 
Un testimone, una vita incredibilmente spezzata che bluffa per semplice spirito di sopravvivenza.

Questa è  la storia di due donne.
La prima è una donna di mezza età che si trova a Dili, all'interno di una vecchia prigione portoghese convertita in un centro di detenzione e tortura per dissidenti e persone non gradite al regime militare indonesiano.
La seconda è  una ragazzina poco più che adolescente che si sta recando in visita al qui sopra citato centro, per incontrare la qui sopra citata donna, che poi altro non è che sua madre.

Inutile dilungarsi quando il finale di questa storia segna e segnerà l'inizio di nuove vite.

Alla ragazza viene chiesto di porgere la razione di pasto alla propria madre.
Oggi c'è  zuppa, ma nessuno si ricorda che cosa contenga. 
Piatto bollente nei miraggi dell'equatore.
Quello che intendo per porgere, i militari intendono forzare la figlia a colare il brodo bollente sulla testa della madre.

Ora, secondo voi dopo venti anni di memoria e una dichiarata riconciliazione tra popoli, è possibile che queste tre persone abbiano potuto perdonare?

Se si e sempre secondo voi, come è stato possibile farlo?

Segue.

Francesco



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