"La soluzione ai problemi umani non può venire dalla
ragione, perché proprio dalla ragione è all'origine di gran parte di quei
problemi. La ragione è dietro all'efficienza che sta progressivamente
disumanizzando le nostre vite e distruggendo la terra da cui dipendiamo. La
ragione è dietro alla violenza con cui crediamo di metter fine alla violenza.
La ragione è dietro alle armi che costruiamo e vendiamo in sempre maggiore
quantità per poi chiederci come mai ci sono così tante guerre e tanti bambini
che vengono uccisi. La ragione è dietro alla cinica crudeltà dell'economia che
fa credere ai poveri che un giorno potranno essere ricchi mentre il mondo in
verità si sta sempre più spaccando fra chi ha sempre di più e chi ha sempre di
meno" (Tiziano Terzani, in "Un altro giro di giostra. Viaggio nel
male e nel bene del nostro tempo).
La guida turistica definisce la Cambogia, come un'avventura
piuttosto che una vacanza; come il luogo dove la vita notturna è cosa
leggendaria e dove le famose Siem Reap e Phnom Penh al calar del sole offrono
opportunità di divertimento imperdibili.
Bene.
La Cambogia, però, è anche il luogo dove spesso non si ha
avuto e non si ha scelta.
Questa è la storia di un bambino che ha solo 13 anni quando
i soldati di Pol Pot trasferiscono dall'oggi al domani lui e la sua famiglia ai
lavori forzati. Ne ha 14 quando viene imprigionato per aver rubato del cibo per
la sorella in fin di vita e viene liberato solo grazie a un sacrificio di un
vecchio che si fa ammazzare in cambio della sua libertà. 
Non ha scelta quando è 
testimone di altre uccisioni. Né quando la madre, tra le lacrime lo
obbliga a fuggire via.
Ma ecco che sceglie, quando da adulto,dall'America, decide
di tornare a vivere in Cambogia e di fondare il DC-CAM, il centro di
documentazione cambogiano per la memoria e la giustizia, perché per lui
riconciliarsi significa responsabilità e obbligo per le vittime di poter
rimettere insieme i frammenti.
La Cambogia è il luogo dove i bambini lavorano.
Dove, la gente rimasta senza nulla dopo il tempo di Pol Pot,
si costruisce case di lamiera  (abusive)
sull'acqua perché non può permettersi un pezzo di terra.
E' il posto dove la povertà estrema si respira e si vive
anche in pieno centro città a pochi metri dal palazzo reale.
Dove se nasci in uno slum di certo non hai la possibilità di
andare a scuola.
Questa é la storia di M. che ha 10 anni e che vive per strada.
Questo piccolo dettaglio lo si può facilmente riconoscere dal fatto che è
scalzo, sporco e ha i vestiti logori.
Non ha certo scelto di venire al mondo, ne tanto meno di
nascere e crescere per la strada. 
Non ha scelto di dover svegliarsi ogni
mattina con il pensiero di sopravvivere, ne tanto meno di sentire il peso della
vita che un bambino di questa età dovrebbe semplicemente vedere con gli occhi
della meraviglia.
Ma stasera ha scelto di fare qualcosa di diverso.
E' li che si aggira per i tavolini di un piccolo ristorante
tipico; sparecchia, pulisce il tavolo, fa posto ai clienti che affollano il
marciapiede. Chiede cosa desiderino da bere, chiede scusa quando inciampa in
una borsa e il ghiaccio gli cade dal bicchiere. Sfodera anche qualche parola in
inglese. 
Sorride orgoglioso; segue con gli occhi le indicazioni che
gli arrivano dai proprietari per indirizzarlo. Si sente fiero quando viene
ringraziato per l'impeccabile servizio. 
Alla fine della serata con le mance che raccoglierà (anche
se non propriamente generose dato che da queste parti vale più l'offerta al
monaco che al povero) probabilmente mangerà un bel piatto che potrà scegliere e
non le briciole lasciate nei piatti dai clienti nel momento di andare via, come
spesso accade.
Stasera M, ha scelto. Ha scelto di fare qualcosa per se,
anche se per noi forse è difficile concepirlo. 
Ha scelto di guadagnarsi il pane e non di aspettarlo. Ha
scelto di mettersi in gioco, seppur a soli dieci anni. Ha scelto di fare
qualcosa che lo fa sentire importante e bravo per qualcosa e che forse gli fa
guardare al domani, anche solo per qualche ora, come il giorno in cui potrà
svegliarsi e scegliere che fare.
Claudia
 
 
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