"Qui si ruba terra al mare e poi alle persone."
" Posso capire gli stati poveri, quelli in via di sviluppo, che tirano avanti come meglio possono, ma una realtà come questa, con questo surplus, non può trattare la gente in questo modo".
"Qui ciò che conta sono i soldi. Se si trascurano i ricchi, allora si lede il diritto dei poveri a chiedere loro di dargli qualcosa".
"Quando Madre Teresa decise che era ora di valutare se inviare o meno le sorelle qui, da più parti le fu contestato che non aveva senso aprire un'opera in una realtà così ricca.
La sua risposta fu secca: dove ci sono dei ricchi, sicuramente ci saranno tanti poveri".
"Integrazione? C'e' una bella differenza tra essere europeo, cinese, africano e asiatico. Solo i soldi integrano, ma con le relazioni umane e con quello che può provare uno straniero qui, è tutto un altro discorso"
Ritorno a Hong Kong.
Sono solo e sono in cerca di molte cose.
Sono un lost dog.
Claudia è tornata in Patria con il mandato di quagliare.
Il
2014 ci ha regalato belle soddisfazioni ma anche molte sfide, non ultime in
ordine di tempo le due nuove reti asiatiche che si associano alle
iberoamericane e due bandi ghiotti ghiotti, nel senso che finalmente aprono gli
occhi su quanto i nostri (quelli di Claudia e i miei) occhi hanno visto, troppo
tempo prima.
Io sono qui a finire quanto promesso.
Avevo un sacco di cose in tasca tra cui un biglietto aereo per Colombo, uno per Beirut, uno per Istanbul e infine uno per Bishkek.
Tempo zero, per problemi tecnici ho dovuto cambiare tutto: volo per Macao, poi Hong Kong in cerca di visti per gli STAN e via andare per Cina e Asia Centrale.
Dall'Italia riusciamo a far ponte con il P.I.M.E. di Milano che in contatto con la sede regionale di HK e Cina, decidono di accogliermi e darmi una caritatevole base logistica e tanto aiuto.
Mi trattano come un figlio e non smetterò mai di ringraziarli.
Dice un detto cinese: dopo aver scalato una montagna è necessario scendere in campagna per andare a apprendere dalla gente come saper vivere.
Non ci ho pensato due volte.
Hong Kong è un centro di gravità in continuo mutamento, dove la vita è possibile solo se si ha un lavoro e denaro.
Senza questi due fondamentali requisiti non c'è spazio, non c'è diritto di cittadinanza (che arriva dopo 7 anni al meno che non incappi in problemi con la giustizia e il conteggio si azzera), non c'è casa, non c'è integrazione e considerazione.
Nei primi anni 60' nascevano i grattaceli, ora si costruiscono aree urbane cementificando il mare.
Non c'è spazio, quindi non c'è casa.
Al suo posto ci sono le Cage Houses, veri e propri feretri di metallo con grata per respirare.
In affitto.
Tanto a cosa serve una casa quando non te la puoi permettere?
Hong Kong dal 2005 è diventata terra africana.
Da quando la tratta della droga ha iniziato a transitare per il continente nero, nuovi corrieri (moltissime donne) sono partiti alla volta dell'estremo oriente trovando rifugio tra le mansions di Kowloon o tra le sbarre delle galere dalle quali usciranno dopo una lunga condanna proporzionata al peso specifico di stupefacenti introdotti nella S.A.R., la famosa nazione dai due sistemi.
Hong Kong è l'educativa di strada nella popolarissima Shan Shui Po, dove grazie a Padre Franco riesco a interagire con i rifugiati vietnamiti che vivono in baracche sotto un ponte, oppure mescolati agli odiati cinesi su una soprelevata pedonale dove sono riusciti a costruire piccole case/armadio in compensato.
Gira un sacco di droga sintetica e ci sono un sacco di bambini.
Hong Kong è l'alfabetizzazione per stranieri ma anche uno stato che prende e non supporta i servizi sociali perché deve accumulare risorse per i non ben precisati tempi bui che verranno.
Lo stesso stato però prende e di colpo regala a tutti i residenti regolari, senza alcuna distinzione, un una tantum del valore di 6000 HKD (poco piu' di 6000 euro).
A Hong non si ristruttura, si butta giù e si ricostruisce spostando i residenti (di media ogni 30 anni).
Sono sceso per i campi e sono andato in periferia.
Sono stato tra anziani e adulti autistici a Tai Wo Hau, ho avuto il privilegio di andare in visita a una donna inferma all'interno di un complesso di case popolari, ho parlato con Amelia dall'Uganda e un'altra splendida signora di cui non ricordo il nome che durante il Drop-in multiculturale notturno in piena promenade, mi ha offerto del Vin Brule' fatto con zucchero, anice e alloro.
Quando si pensa a questo posto, ci si ritrova a sognare un futuro fatto di modernità, tecnologia, lusso, super servizi e opportunità per ogni genere di negozio.
La verità è che è davvero così, tuttavia questo non esclude la presenza di un marea di
situazioni, storie e condizioni di vita ai limiti.
Solo per il fatto che la vulnerabilità non sempre corre incontro ai nostri occhi non significa che non esista.
Anche io avevo etichettato HK e questo credo sia il più grande insegnamento fin'ora acquisito.
Francesco